Archivia 21 Agosto 2017

Quello che c’è da sapere su MoneyFarm

Ero alla ricerca di un investimento finanziario, che potesse fruttarmi il giusto, senza avere la continua preoccupazione di perdere tutto il capitale.

Navigando su internet, mi sono imbattuto in MoneyFarm. Ero già stato “scottato” da una brutta esperienza col conto deposito, avevo necessità di smobilizzare il mio risparmio, ma mi sono trovato nell’impossibilità di farlo, così cercando online sono stato attento sin da subito a quest’aspetto, per me di fondamentale importanza.

Entrando nel sito di MoneyFarm è presente un video, con un solo clic mi si è aperta tutta un’altra realtà. Ora è quasi un anno che usufruisco di quest’investimento e non posso che sottolinearne solo benefici e veri rendimenti.

Entro ora più nel dettaglio, spero che leggere queste mie opinioni su MoneyFarm possa essere utile a chi come me si trova nella necessità di voler investire, ma ha troppa paura di sbagliare.

Come iscriversi su MoneyFarm?

Digita su Google MoneyFarm, entra nell’homepage e clicca in alto a destra sul pulsante arancione “Iscriviti”. Compila un questionario, sono davvero poche e semplici domande, che consentono ai consulenti finanziari di verificare la tua capacità di rischio, le tue esigenze e soprattutto il tuo orizzonte temporale. L’iscrizione è gratuita.

Quale tipo d’investimento viene effettuato su MoneyFarm?

MoneyFarm valuta attentamente ogni singolo questionario e ti propone un portafoglio di alcuni EFT, solitamente intorno a dieci tipologie di questi fondi che sono quotati in borsa e replicano un determinato indice finanziario, garantendo una sicura liquidità, un costo comunque basso e una certa diversificazione.

Funziona davvero MoneyFarm?

Ho deciso di scrivere le mie opinioni su MoneyFarm perché credo che questo tipo di consulenza vada premiato e recensito correttamente. Mi sono trovato davvero molto bene, soprattutto perchè è tutto prettamente personalizzato, senza costi aggiuntivi.

Non solo mi consigliano gli EFT migliori, ma mi supportano nel bilanciare le strategie di investimento durante il periodo prefissato.

Il fee di abbonamento su base annua è fino a 3.000 € pari all’1,25 %, scende a 0,70% per un investimento fino ai 200.000 €, per poi abbassarsi ancora al tasso dello 0,50 % per investimenti superiori ai 200.000 €.

Marco Zoppi: Svizzera ed Italia, un confronto sul trust

Il Trust è un negozio finanziario in uso già da parecchi anni in buona parte del nostro Continente e noto da qualche tempo anche in Italia, Paese nel quale, proprio nel corso degli ultimi anni, ha iniziato a diffondersi in maniera sempre più capillare.

Formula fondata su un rapporto fiduciario tra disponente e trustee, il Trust nasce nel Regno Unito. Esso prevede il conferimento  di beni, diritti o patrimoni che, in funzione di questo istituto, passano dalla gestione del proprietario a quella del fiduciario, che ne dispone a proprio piacimento con lo scopo di ottenerne un ritorno economico da trasferire, alla fine del mandato, al beneficiario del titolo.

Per poter beneficiare di tutti i vantaggi finanziari e fiscali resi possibili dall’impiego del Trust, dunque, il disponente è tenuto a ‘’spossessarsi’’ degli averi conferiti nel negozio con lo scopo di affidarli ad una figura professionale in grado di capitalizzare l’investimento.

 

Solo da qualche tempo, in Italia, grazie anche all’opera di propaganda portata avanti da alcune  delle maggiori personalità del mondo della Finanza Internazionale, il Trust è entrato a far parte delle operazioni finanziarie di riferimento per i risparmiatori desiderosi di investire una parte dei propri capitali o di ottimizzare la propria fiscalità.

 

Contrariamente a quanto avvenuto in Italia, la diffusione del Trust all’interno del territorio elvetico è stata molto rapida e piuttosto capillare: la Svizzera non ha mai adottato una legislazione che limitasse, o addirittura vietasse, l’impiego del Trust come strumento di investimento e di perfezionamento fiscale.

L’apertura di un Trust in Svizzera, però, prevede il rispetto e la conformità con la Legislazione straniera, nel caso in cui il titolare dell’investimento non sia autoctono. Tutti i risparmiatori che vogliono investire in questo senso, dunque, sono tenuti a denunciare i conferimenti attuati mediante Trust in Svizzera direttamente al Fisco del loro Stato di origine.

In quanto contemplato come negozio finanziario riconosciuto dall’Ordinamento Svizzero, ogni Trust è soggetto ad imposta sul reddito, ritenuta, imposta sulle donazioni ed imposta di successione. All’interno della Confederazione Elvetica i Trust possono distinguersi fondamentalmente tra due categorie: i revocabili e gli irrevocabili. Di questi, i primi (in realtà possibili anche in Italia, soprattutto in ambito immobiliare) permettono al disponente di influenzare l’attività del Trustee, mentre i secondi attribuiscono al fiduciario pieno controllo dei beni conferiti.

 

Marco Zoppi, dalla Svizzera per la diffusione del trust in Italia

Marco Zoppi, fondatore e CEO di Global Capital Trust, ha più volte espresso il suo appoggio alla logica di diffusione del Trust, sostenendo l’opportunità di impiegare questo istituto anche nell’ambito della successione aziendale e della gestione di opere d’arte.

 

Al contrario di quanto avvenuto in Svizzera, in Italia l’istituto del Trust ha lungamente stentato ad essere riconosciuto dalla maggior parte dei potenziali investitori come qualcosa di più di uno strumento di elusione fiscale. Solo oggi, grazie anche all’introduzione di un sistema di Leggi che, al pari di quanto avviene nel territorio elvetico, inquadra adeguatamente questo istituto dal punto di vista fiscale e giuridico, il Trust è stato identificato perfino come strumento fondamentale per la tutela dei patrimoni appartenenti ai disabili gravi, con la recente Legge Dopo di Noi.

Cosa sapere prima di far valutare l’oro dai compro oro?

Spesso ci si rivolge ai compro oro per poter fare una valutazione del proprio oro usato, ma non si conoscono determinati meccanismi o determinate situazioni. Cercheremo dunque di capire cosa dobbiamo sapere prima di far valutare dell’oro usato dai compro oro.
Partiamo dal termine caratura: spesso si nomina oro a 18 carati, ma qual è il significato? Parliamo della percentuale di oro presente in un oggetto. Se a 18 carati, circa il 75% sarà composto da oro. L’oro puro è troppo morbido, quindi l’oggetto sarebbe troppo delicato. Bisogna anche dire che l’oro bianco e l’oro giallo non hanno una differente valutazione: infatti anche questo viene determinato dalla caratura e non dal colore. Se nel caso abbiamo delle pietre preziose incastonate, bisogna fare attenzione. Spesso viene valutato l’oggetto a peso e non viene valutato il singolo diamante. Se troppo piccolo non vale la pena smontarlo per via della fragilità, in caso contrario bisogna farlo smontare.

Spesso ci si chiede anche se l’oggetto in questione viene valutato in base all’usura: purtroppo no, non si valuta l’usura dell’oggetto, in quanto andrà in fusione. Bisogna dunque fare una distinzione e non mettere dentro anche questa valutazione. Inoltre non si può prendere l’oro in pegno ovvero in cambio di denaro. Una pratica che molti fanno, ma che contro la legge.
Per quanto riguarda il pagamento, bisogna ricordarsi che la vendita dell’oro è fatta solitamente in contanti o con un metodo di pagamento tracciabile, come l’assegno. Inoltre non si può vendere oro ricevendo il pagamento in contanti per un valore superiore ai tremila euro.
Ultima cosa da sapere riguarda l’identificazione: quando si va da un compro oro bisogna andarci muniti di documento, altrimenti non sarà possibile vendere l’oro in quel momento.
Ogni compro oro deve avere un registro che può dare alle autorità in caso di necessità. Chi non lo fa sta infrangendo la legge: bisogna essere tracciabili per evitare la compravendita di oro rubato o trafugato illegalmente.

Scopri come aprire un conto deposito e che vantaggi ci sono

Un conto deposito online offre numerosi vantaggi: vediamo quali

Nell’odierno scenario dei prodotti finanziari che riguardano il risparmio e l’investimento, negli ultimi anni sta acquisendo sempre più popolarità il conto deposito. I conti deposito vengono visti sempre più – soprattutto nei periodi di crisi che stanno purtroppo verificandosi frequentemente in Italia – come uno strumento di investimento ideale, dal momento che sono caratterizzati da rischi estremamente bassi e da rendimenti garantiti molto alti anche alla luce del fatto che, spesso, gli interessi vengono accreditati in anticipo sui conti dei clienti.

La sicurezza è quindi il punto di forza del conto deposito: grazie alle garanzie offerte dal FITD e dall’FGD, infatti, ai clienti è garantito il rimborso fino a 100.000 euro qualora la banca presso cui abbiano aperto il deposito andasse in crisi e quindi fallisse. Altro rischio scongiurato riguarda il tasso di interesse: a differenza di altri prodotti finanziari come possono essere le azioni, infatti, il conto deposito non prevede fluttuazione del tasso di interesse, che rimane fisso per tutta la durata del deposito. Il cliente quindi sa già quanti interessi andrà a maturare sulla somma che versa al momento dell’apertura del conto deposito.

Un altro indiscutibile vantaggio dei conti deposito online è quello di avere dei costi di gestione e di apertura molto bassi o virtualmente inesistenti: a differenza del conto corrente tradizionale, infatti, il conto deposito non prevede spese, a parte il pagamento dell’imposta di bollo che comunque in molti casi viene pagato dalla banca come forma di promozione.

Altra caratteristica dei conti deposito è che è possibile aprirli online: oggi praticamente tutte le banche stanno investendo una componente considerevole delle loro risorse nell’implementazione di servizi home banking che possano facilitare l’utente nell’uso dei vari prodotti bancari. La possibilità di aprire un conto deposito online, comodamente seduti sul divano di casa propria e senza doversi mai recare in filiale per svolgere qualsivoglia operazione è sicuramente un valore aggiunto per questo servizio già di per sé ottimo.

Infine, bisogna rilevare che l’apertura di un conto deposito sta venendo incentivata sempre di più anche dallo Stato negli ultimi anni, quindi è segno che rappresenta un servizio autenticamente valido, sicuro e pensato per tutelare gli investitori. La tipologia migliore di conto deposito è sicuramente il vincolato, dal momento che offre un tasso di interesse molto alto e anche per vincoli temporali relativamente brevi; la durata del vincolo comunque si può scegliere in fase di deposito e varia a seconda della banca con cui si decide di aprire il conto.

Se quindi stai cercando un modo sicuro e facile per risparmiare comincia a informarti sulle varie banche e scopri i conti deposito online che ognuna mette a disposizione.